Vorrei cogliere la vicenda Iene/Stamina per esprimere il mio punto di vista sui cosiddetti organi di informazione indipendente o di "controinformazione". Mi riferisco ai vari "Fatto Quotidiano", le pagine Facebook come <<Informazione Libera>> o il blog di Grillo o anche le stesse Iene. Tutti quegli organi insomma che hanno nel loro principale cavallo di battaglia quello di fare informazione cosiddetta indipendente, per esempio perchè non ricevono finanziamenti pubblici o da grandi aziende (i primi) o nel "dire quello che gli altri non dicono", pretendendo per questo maggiore credibilità (i secondi).
Sono in molti a fidarsi di queste fonti e farne proprie le idee sulla base proprio della loro presunta indipendenza o provocatorietá nell'informare. Secondo me é profondamente sbagliato.
Ci si dimentica che inevitabilmente dietro ogni organo di informazione c'è una redazione e un direttore, i quali altrettanto inevitabilmente imprimono una linea editoriale al giornale o al blog dando le notizie che sostengono il loro punto di vista e tacendone altre, e, in generale, evidenziando maggiormente nel modo stesso di dare le notizie gli aspetti che più sostengono la linea dell'organo.
Inoltre non dimentichiamoci che libertà non fa rima con competenza e capacità di fare giornalismo. Può capitare che in buona fede e senza ogni malizia si possano portare avanti campagne e ricostruzioni dei fatti sbagliate semplicemente per ignoranza della materia o per non aver svolto correttamente il mestiere del giornalista (comparazione delle fonti, ascoltare la "campana" opposta ecc.). Credo sia quello che sia capitato nel caso Stamina alle Iene.
Discorso a parte merita un altro mezzo che per molti oggi è fonte importante di informazioni, Wikipedia, di cui io stesso sono grande fan e anche contributore (modesto). Il sistema wikipedia di contribuzione libera e gratuita da parte di tutti sicuramente ne fa un organo molto affidabile quando le informazioni che si cercano sono fatti oggettivi (la superficie dell'Italia,i gol in serie A di Totti, le equazioni di Maxwell) attenti però quando entrate nel gorgo dei fatti storici e politici e religiosi, specie recenti.
Chi ha provato a contribuire a wikipedia su questi punti sa che le cosiddette "edit war" sono all'ordine del giorno. Cos'è un edit war? Semplice: i vari utenti non sono d'accordo su quali fatti riportare e quali no, o semplicemente sul modo stesso di scrivere qualcosa, che potrebbe comunicare all'utente finale un impressione piuttosto che un altra. La conseguenza é una lunga sequela di modifiche e contromodifiche dei vari utenti che cercano di imporre la propria versione. Alla fine l'unico modo per porre termine alla discussione è spesso l'intervento degli amministratori, utenti speciali a cui sono conferiti speciali poteri e che sono votati dagli utenti stessi.
Il rischio a questo punto, e spesso accadde, é che la voce non sia obiettiva, ovvero completa, ma rispecchi più o meno velatamente l'opinione della maggioranza dei contributori.
Peggio ancora, e anche questo ho visto accadere non di rado, gli utenti ideologicamente più radicali o maggiormente coinvolti nel tema della voce stessa e quindi di parte, fanno prevalere la loro voce perché quelli più moderati e obiettivi si stancano di apportare correzioni su correzioni alle modifiche dei primi, proprio per la loro diversità e intensità di motivazione. Alla fine la voce rispecchia un opinione parziale dei fatti.
In conclusione: avere un informazione libera e corretta è un illusione? In linea teorica no. Dipende da noi stessi. Un'informazione corretta dobbiamo costruircela in prima persona, non fidandoci di una sola fonte, ma attingendo a più fonti (internet in questo ci aiuta) ma soprattutto ponendoci con un atteggiamento critico nei confronti di quello che leggiamo, vediamo o ascoltiamo, provando a pensare con la nostra testa, a porci domande e cercare risposte in altre fonti.
Purtroppo questa è un'attività che richiede risorse, e tempo, che quasi mai abbiamo.
Quello che sicuramente penso è che però dobbiamo cercare di farlo, e soprattutto di non credere agli oracoli.
PG
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